Dario del Pozzo, Channel Manager Public Trasport in Scania, racconta il suo percorso: passione, persone e visione al centro

1. Raccontaci il tuo percorso e il tuo attuale ruolo all’interno del team Scania.

Vivo il mondo del Bus da quasi tre decenni e come tutti gli “innamorati” mi avvalgo di folle passione. Ho avuto la fortuna di osservare e conoscere questo nostro piccolo e speciale mondo da molte prospettive: Area Manager, Key Account Manager, Marketing Manager, General Manager,  Chief Executive Officer e oggi Channel Manager Public Transport in Scania.
 

2. Come responsabile del trasporto pubblico, quali sono le sfide principali legate al tuo ruolo e cosa ti motiva di più?

Certamente la transizione ecologica che vede l’intero mondo automotive in rapida ed enorme trasformazione. E lo sviluppo di nuovi progetti personalizzati per il nostro mercato.
 

3. Quali sono secondo te i punti di forza che rendono Scania un player affidabile in questo segmento?

Un punto centrale è costituito dal Team. Le persone, i talenti, la loro determinazione e competenza rendono unica quest’azienda. 

 

4. Il trasporto pubblico è in forte trasformazione: tra sostenibilità, digitalizzazione e nuovi modelli di mobilità. Come Scania si sta preparando al futuro?

Con grande slancio e  lungimiranza ma anche con fatica come ogni cambiamento epocale prevede.

 

5. C’è un aneddoto relativo alla tua carriera che ti va di condividere?

Più che un aneddoto riassumerei una consapevolezza:

Ricordo un giorno ormai lontano da Area Manager, con una cartella piena di brochure e schede tecniche, tanta determinazione e un'auto aziendale che sembrava più una seconda casa che un mezzo di trasporto. Si macinavano chilometri su chilometri, visitando depositi, officine, clienti pubblici e privati, con più passione che mezzi.
Erano anni in cui il contatto umano contava più di ogni PowerPoint e ogni trattativa si concludeva con una stretta di mano, magari davanti a un caffè annacquato talvolta in autogrill.
Fu proprio in uno di quei viaggi, che capii che stavo connettendo territori allora distanti, partecipavo nel mio piccolo, a dar forma alla mobilità del domani.
Da quel momento, la mia visione cambiò. Negli anni successivi, i ruoli crebbero di responsabilità, ma la sostanza rimase: guidare persone e processi verso una mobilità più intelligente e sostenibile. Ogni tappa portava nuove sfide: crisi economiche, transizione all’elettrico, digitalizzazione della flotta, gare sempre più complesse e interlocutori più esigenti
.Ormai sapevo che  non si può guidare un’azienda se non ci si ricorda cosa vuol dire spalancare le porte di un autobus alle 5 del mattino o aspettare un ordine che salva un trimestre.

Questo mondo mi ha insegnato che ogni carriera, come ogni viaggio, ha bisogno di un motore (la passione), una direzione (la visione) e buoni compagni di strada (le persone). E alla fine, che tu sia alla guida di un veicolo o di un’azienda, il traguardo migliore è sempre quello che stai ancora cercando di raggiungere.